Una guida all'election night
Manca meno di una settimana alla notte delle elezioni, un po' di informazioni per seguirla
Buongiorno!
sono Benedetta e questa è Quarantasette, la newsletter di Generazione sulla campagna elettorale americana. Alle prossime elezioni presidenziali mancano solo 6 giorni.
Questa è l’ultima volta (forse) in cui ci sentiremo senza conoscere il nome del quarantasettesimo presidente degli Stati Uniti. Perché “forse”? Oggi ci diamo un po’ di istruzioni per capire i giorni che ci separano dal 5 novembre, quello che potrà succedere e come seguire le notizie.
This is the last dance
Iniziamo.
Nel 1896 il Presidente William Jennings Bryan si è preso due giorni prima di concedere la vittoria al suo avversario, William McKinley. Da quel momento in poi, la prassi è stata di non superare questa soglia, con due eccezioni: nel 2000 e nel 2020.
Nel 2000 la corsa era tra il vice presidente Al Gore e il governatore del Texas George W. Bush. Lo Stato a cui si era ridotta la consegna del voto era la Florida, dove le cose non sono andate lisce: lo Stato ha registrato dei problemi nel raccoglimento dei voti e sono stati segnalati casi di cattiva condotta da parte di chi doveva garantire il regolare svolgimento delle elezioni. Il caso, per la sua difficoltà, è passato alla Corte Suprema che ha deciso in favore di Bush. Dal giorno del voto al giorno della consegna della vittoria da parte di Gore è trascorso poco più di un mese. Tutto sommato ai democratici e ad Al Gore è andata bene: quella è stata la presidenza che si è dovuta occupare dell’attacco alle torri gemelle, del devastante uragano Katrina, della guerra in Libano e che - infine - ha consegnato al successivo presidente Obama una nazione devastata dalla crisi economica, con la grande recessione del 2007-2008.
Nel 2020, invece, lo scontro finale era tra Joe Biden e Donald Trump. In questo caso, ci sono voluti 4 giorni prima che venisse dichiarato il vincitore. La concessione della vittoria, invece, non è mai avvenuta. Trump, ve lo ricorderete, ha insistito a lungo riguardo l’idea che le elezioni fossero state truccate. Questa convinzione proposta con grande forza ai propri elettori ha poi condotto agli attacchi di Capitol Hill del 6 gennaio, pochi giorni prima dell’insediamento di Biden. Solo recentemente Trump ha abbandonato questa retorica, cui però continua ad appigliarsi il suo elettorato. Il 15 novembre di quell’anno Trump ha scritto “Ha vinto.” su Twitter, il massimo che ha fatto per riconoscere la vittoria dell’avversario.
Questa volta si voterà nella notte tra il 5 e il 6 novembre. Non è scontato che conosceremo il nome del vincitore nell’immediato, soprattuto dopo il caso del 2020. Quel che ci possiamo aspettare è che ci siano alcuni comprensibili rallentamenti: ne parlavamo già qui, in North Carolina e in Florida le conseguenze degli uragani Helene e Milton hanno tardato l’arrivo dei plichi per il voto e anche la loro spedizione. Invece, agli swing states principali, come Pennsylvania e Wisconsin, non è stato dato il permesso di elaborare le schede arrivate per posta fino al giorno delle elezioni: lo spoglio sarà quindi contemporaneo sia per le schede spedite con anticipo sia per chi voterà alle urne. Anche questo rallenterà parecchio l’annuncio del vincitore, nonostante il senso del voto anticipato sia proprio quello di moderare le file alle urne ed evitare ritardi nella fase di scrutinio. Le regole per votare prima del 5 novembre variano di Stato in Stato, ma genericamente si dividono in voto di persona anticipato e voto per corrispondenza, in cui differisce la formula di consegna del voto: per posta o in persona.
Il 5 novembre le urne chiuderanno tra le 19 e le 23 di sera, in base allo Stato: per noi sarà tra mezzanotte e le 3. A quel punto inizierà lo spoglio, che consiste in una pazzesca catena di montaggio dall’organizzazione impressionante, decine di persone si prestano ad aiutare, qui si può vedere come funziona.
Gli Stati di cui sarà interessante osservare il risultato sono vari. Le analisi di quasi tutte le dirette di martedì notte si concentreranno sugli swing states, quegli Stati la cui preferenza finale potrà alterare definitivamente il risultato dell’elezione.
Questa mappa è quello che vedremo più e più volte durante la notte elettorale. Gli Stati in blu sono già consegnati al Partito Democratico, quelli in rosso al Partito Repubblicano e quelli grigi sono i famosi swing states: Nevada, Arizona, Michigan, Georgia, North Carolina, Pennsylvania e Wisconsin. Gli ultimi sondaggi suggeriscono un testa a testa piuttosto netto, in cui alternativamente ogni giorno uno candidato supera l’altro: mentre vi scrivo, Kamala Harris è in vantaggio con 226 voti, contro i 219 di Trump. Si può finire in parità? È molto complicato, ne parlavamo qui.
Questi ultimi giorni a disposizione prima del voto sono fondamentali. Harris e il candidato vice-presidente Tim Walz sono stati a Philadelphia nel fine settimana, dove hanno visitato una chiesa locale, un barbiere, un ristorante portoricano e un campo da basket. Lunedì Walz è stato in Wisconsin, dove ha fatto qualche tappa prima di rincontrarsi con Harris ad Ann Arbor, in Michigan. Qui si è svolta una serata di comizi, in cui si è esibita anche la cantante Maggie Rogers, potete recuperare la performance e gli interventi qui. Tra ieri e oggi i due candidati democratici arriveranno a Washington D.C., dove farà un discorso in diretta televisiva, probabilmente tornando sui punti principali della sua campagna: politiche economiche, diritti civili e salute riproduttiva.
L’ultima settimana di campagna elettorale finirà con degli eventi in Nevada e Arizona, dove si terranno dei comizi indirizzati sopratutto alla comunità latina. Walz, invece, concluderà il proprio impegno in Georgia, North Carolina, Pennsylvania e Michigan, proprio - indovinate - negli swing states.
Donald Trump, invece, ha fatto un giro tra New York, Wisconsin e Michigan. A New York ha tenuto un comizio piuttosto discusso al Madison Square Garden: durante un breve set, il comico Tony Hinchcliffe ha detto, tra le altre cose: «Non so se lo sapete, ma c’è letteralmente un’isola di immondizia galleggiante in mezzo all’oceano, sì. Credo si chiami Porto Rico?». Non una mossa particolarmente sveglia, considerato che la popolazione portoricana compone il secondo più largo gruppo ispanico presente nella nazione, con circa 6 milioni di votanti. In particolare, proprio la Pennsylvania - uno degli Stati in bilico - ospita la più grande comunità di portoricani. Anche Bad Bunny, cantante e musicista portoricano, famoso praticamente in tutto il mondo, si è espresso contro Donald Trump dopo il comizio.
Anche Alexandria Ocasio Cortez, parlamentare di origini portoricane, e il candidato vice presidente Tim Walz hanno detto la loro rispetto a questo momento. Walz ha ricordato che i portoricani sono cittadini statunitensi, con cittadinanza americana e diritto di voto, hanno dei rappresentanti al Congresso, pagano le tasse e possono servire nelle forze militari nazionali.
Nei prossimi giorni Trump sarà in Nevada, poi in Wisconsin e Milwaukee, concludendo la settimana in Virginia.
Negli Stati Uniti non esiste un vero e proprio concetto di silenzio elettorale. Non ci sono, quindi, divieti di fare campagna elettorale o influenzare il voto nelle ore o nei giorni immediatamente precedenti alle elezioni. Nonostante questo, esistono delle regole flessibili che variano da Stato a Stato ma che non ci garantiranno - per esempio - di non ascoltare altri insulti razzisti prima del 5 novembre.
Andiamo al dunque. Per seguire il voto e lo spoglio ci sono un po’ di consigli. Se capite bene l’inglese, ci sono infinite fonti a cui far riferimento, tra cui:
Ci sarà sicuramente una diretta gratuita e disponibile sul canale youtube di BBC
Anche Fox News, CNN, NBC, ABC e USA Today aprono spesso delle dirette su Youtube
Il Guardian, Reuters, Politico e NPR faranno live-blog gratuiti per tutta la notte e davvero ben fatti
Per gli amanti dei numeri ABC News, insieme a FiveThirtyEight, seguiranno con una diretta blog.
Per seguire in italiano:
Sulla pagina Instagram di Generazione, seguiremo in diretta sulle storie la nottata elettorale
Sempre sul nostro profilo Instagram, pubblicheremo gli aggiornamenti più importanti con post e reel
Il giorno dopo, il 6 novembre, potrete aspettarvi che vi arrivi un numero di questa newsletter con un racconto della notte. Potrebbe essere il momento per consigliare a qualcuno di iscriversi cliccando qui
Le televisioni italiane che faranno degli speciali o delle dirette sono: La7, Sky, Rai-news
Cose che ho letto-visto-ascoltato questa settimana:
La Rai ha pubblicato un’ottima guida per capire le ultime cose importanti riguardo le elezioni
La pagina di ANSA con le ultime notizie sulle elezioni
Grazie per aver letto Quarantasette fino ad oggi. Noi ci sentiamo il 6, e forse poi.