Una guida al dibattito di stanotte
Sarà il primo scontro diretto tra Trump e Biden e c'è molto di cui parlare
Buongiorno!
sono Benedetta e questa è Quarantasette, la newsletter di Generazione sulla campagna elettorale americana. Alle prossime elezioni presidenziali mancano 130 giorni.
La scorsa settimana non ci siamo sentiti, purtroppo. Ma a ragion veduta: questa settimana ci sentiremo due volte, prima (oggi) e dopo il dibattito, probabilmente nel fine settimana. Oggi cerchiamo di capire come funziona negli Stati Uniti un dibattito elettorale, cosa aspettarci da Donald Trump e Joe Biden e cosa si aspettano invece gli elettori.
Iniziamo.
Il primo dibattito presidenziale trasmesso in diretta televisiva negli Stati Uniti risale al 1960 e ne erano protagonisti John F. Kennedy e Richard Nixon. Da quel momento in poi non si è mai smesso di discutere sull’importanza dei dibattiti, che non è necessariamente condivisa. Molti sostengono che la vittoria di Kennedy del 1960 dovesse molto a quel dibattito, alla sua presenza televisiva e al suo charme che alcuni giornalisti dell’epoca hanno raccontato essere “magnetico”. Oggi la polarizzazione politica che caratterizza l’occidente - ma nello specifico gli Stati Uniti - rende quasi inutile il senso originale dei dibattiti: le persone da convincere sono davvero poche.
Tuttavia, i dibattiti restano un’occasione per raggiungere quanti più americani possibili: il dibattito tra Trump e Biden del 2020 è stato seguito da circa 73 milioni di persone, in diretta. Il dibattito più visto nella storia, invece, è stato quello di Donald Trump e Hillary Clinton nel 2016, con 84 milioni di spettatori.
Quest’anno il dibattito è stato programmato sorprendentemente presto rispetto al solito e, inevitabilmente, cambierà le carte in tavola per il resto della campagna elettorale. Ad ospitare il dibattito sarà il canale CNN, che ha messo insieme una serie di regole abbastanza ferree che lo equilibreranno. L’obiettivo principale delle nuove regole è di evitare alcuni errori commessi nel 2020, tra cui le modalità scelte dai candidati per attaccarsi vicendevolmente, puntando soprattuto sul carattere dell’avversario. Lo ricorderete, Trump non lasciava parlare Biden che, stremato, ad un certo punto, gli ha chiesto di stare zitto. Sia Trump che Biden hanno accettato le regole proposte da CNN, che quindi dovranno - presumibilmente - rendere il dibattito di stanotte molto più digeribile di quelli passati.
Per la prima volta il dibattito sarà interrotto da due momenti pubblicitari, durante i quali ai candidati non sarà concesso di parlare con il proprio staff, per evitare che gli vengano suggerite mosse strategiche in corsa. Al contrario dei precedenti dibattiti, non ci saranno “opening statements”, cioè dichiarazioni di apertura da parte dei candidati. Ognuno di loro, però, darà una dichiarazione di chiusura di due minuti a cui l’altro candidato potrà rispondere con altri due minuti. Le posizioni dei due saranno esattamente identiche, e la loro ubicazione specifica sul palco è scelta casualmente con il lancio di una monetine da parte di CNN. I microfoni saranno spenti sempre, se non quando sarà il turno di parlare dei candidati. Ad entrambi, poi, verranno dati una penna, un taccuino e una bottiglietta d’acqua, non potranno avere appunti.
Quest’anno non sarà presente nemmeno il pubblico in studio, sempre per evitare in ogni modo possibile che i due candidati vengano disturbati. Tipicamente, è presente e viene loro imposto di rimanere in silenzio, cosa che non sempre è ben riuscita.
Le campagne elettorali riguardano il futuro e sul futuro dovrebbero concentrarsi. In questa corsa presidenziale, però, i due candidati si sono concentrati sul passato, rievocandolo per affondare l’avversario e giurare e spergiurare di fare meglio di lui. Questo modo di fare - seppur abbia facilitato di molto la vita dei due candidati - non ha convinto gli elettori americani. Il dibattito, quindi, sarà l’occasione per Trump e Biden di dare una ragione ai propri elettori di votare per loro, non avendo raggiunto questo obiettivo minimo finora.
Molti sondaggi, anche recenti, confermano che tra le preoccupazioni principali dei cittadini americani è presente l’economia della nazione, che sarà sicuramente discussa dai due candidati. Sono certi anche argomenti come immigrazione, sicurezza pubblica e diritti riproduttivi, indicati anch’essi come temi caldi. Si parlerà anche di politica estera, soprattutto dell’invasione israeliana di Gaza, del supporto all’Ucraina - recentemente confermato al G7 ospitato dall’Italia - e dell’eterna competizione con la Cina.
È possibile che Biden faccia riferimento all’attacco a Capitol Hill del 6 gennaio 2021, organizzato dai sostenitori di Donald Trump a seguito della sua sconfitta elettorale, per evitare che il Congresso certificasse come valida la vittoria di Biden. Da allora, il Presidente non ha mai smesso di considerare Trump un «minaccia per la democrazia». Un altro possibile gancio di Biden potrebbe essere la serie infinita di processi giudiziari in cui è coinvolto Trump, ma anche la recente condanna nel processo Hush Money, giudicato dal tribunale di Manhattan, a New York. Noi ne abbiamo parlato qui.
Quel che gli americani cercheranno di capire, probabilmente, non sono questioni contenutistiche, già largamente discusse e - come dicevamo - sempre meno rilevanti in un mondo polarizzato, bensì cercheranno conferme sullo stato di salute dei due candidati. L’età avanzata di entrambi, le gaffe più o meno diffuse dovute alla loro età, la mancata capacità di entrambi i partiti di proporre alternative più giovani e più nuove, sono state il vero tema di questi mesi. Gli elettori sono preoccupati dall’età che Donald Trump e Joe Biden raggiungeranno durante i loro possibili mandati, sono preoccupati della fatica che dimostrano ogni volta che si presentano in pubblico, dalle loro espressioni spesso confuse e dalle loro interazioni poco rassicuranti e diplomatiche, quasi completamente fuori dai binari diplomatici e istituzionali che dovrebbero avere cuciti addosso. Quantomeno nell’immaginario collettivo.
Elaine Kamarck, associata del think-tank Brookings Institutions, con sede a Washington, ha detto che: «questi dibattiti serviranno a mostrare le capacità di entrambi questi uomini, che sono più anziani di chiunque altro si sia mai trovato nella loro posizione».
Alex Conant, strategist del Partito Repubblicano, ha invece detto: «se lui (Biden, ndr) parlerà di diritti riproduttivi o aborto meno di 100 volte in 90 minuti allora starà fallendo. Ma mi aspetto che ne parlerà almeno in risposta ad ogni domanda. Se gli faranno domande riguardo le tasse, risponderà parlando di aborto. E vi dirò di più, parlerà anche del 6 gennaio». E ancora: “Trump ovviamente proverà a parlare di inflazione quanto più possibile».
La sintesi cui possiamo affidarci, quindi, è che questo dibattito sarà una visione più rapida e in diretta del tira e molla che ha già caratterizzato questa campagna elettorale fino a qui. Ci saranno le risposte piccate in cui si sovrapporranno le voci di entrambi, si parlerà di tasse, di migrazione, di confini, di Messico e delle condanne di Trump. Si discuterà di Palestina, armi, Ucraina e di quanto la democrazia sia messa a rischio. Si discuterà di quanto la democrazia non sia a rischio. Si dirà che la vecchiaia è uno svantaggio ma anche una grande virtù. Si dirà che Donald Trump ha aizzato le masse il 6 gennaio e si dirà che Trump è completamente estraneo a quella parte dei suoi estimatori. Si dirà tutto il contrario di tutto, per sollecitare la polarizzazione già esistente, per confermarsi ancora una volta nell’unico vero vincitore di questo dibattito: i candidati assenti, che i partiti non hanno avuto il coraggio di sostenere.
Dall’Italia, il dibattito si potrà seguire in diretta sul canale Nove o su Sky TG24, a partire dalle 2:30. Altrimenti, verrà trasmesso in replica sempre sul Nove dalle 23:00 del giorno successivo.
Noi ci aggiorniamo nel fine settimana, buon dibattito.
Grazie per aver letto questo numero di Quarantasette. Noi ci sentiamo straordinariamente nel fine settima.